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       	                         PROGETTO ALICE   2012 - III • •• • vol. XIII • •• • n° 39                S. Capparelli,  P. Maroscia                      A conclusione  della  lunga marcia che  abbiamo effettuato per risolvere il                      Problema  1, può essere utile riportare un’osservazione di  Hermann Weyl,                      uno dei più grandi matematici del ‘900:                         “Per quanto possano essere importanti i concetti generali e le proposi-                      zioni che ci  ha regalato …  la passione laboriosa di oggi per                      l’assiomatizzazione e  la generalizzazione, sono convinto, ciò nondimeno,                      che base e  nucleo della matematica  siano,  in tutta  la  loro complessità,  i                      problemi speciali, e che superarne le difficoltà richieda alla fin fine il                      maggior lavoro.”                      IL PROBLEMA DEL PARTY                      Problema 2: “Dimostrare che tra i partecipanti a una festa vi sono sempre                      almeno due persone che incontrano uno stesso numero di amici.”                      Osserviamo innanzitutto che si  suppone  naturalmente che la relazione di                      amicizia goda della proprietà simmetrica, ossia che, se A è amico  di B,                      anche B è amico di A. Si noti inoltre che non si richiede che esistano due                      persone che incontrano alla festa gli stessi amici, ma  solo che  incontrano                      uno stesso numero di amici!                         Ora, il primo passo da fare è quello di tradurre il problema enunciato in                      modo “grezzo”, cioè col linguaggio ordinario, in un problema “formalizza-                      to”, cioè espresso  mediante  numeri, lettere, operazioni, ecc. In breve, si                      tratta di costruire un “modello matematico” della situazione in esame, ciò                      che a volte rappresenta una difficoltà non banale.                         È chiaro che, per n = 2, 3, la tesi si ottiene subito, esaminando diretta-                      mente i vari casi possibili. Ma, al crescere di n, un simile approccio risulta                      decisamente impraticabile, sicché occorre procedere diversamente.                         Per cominciare,  indichiamo con  n  il  numero dei partecipanti alla festa,                      sicché n  2, e osserviamo poi che ciascuno di essi incontrerà un numero di                      amici variabile tra 0 (nel caso in cui non incontrerà nessun amico) e n – 1                      (se troverà tutti amici). Dopodiché, viene spontaneo concentrare                                                                                                 5                      l’attenzione sui valori estremi: 0, n – 1, rispettivamente minimo e massimo ,                      che sono peraltro gli unici valori “espliciti”.                      5  Si noti che l’attenzione per i valori “estremi” è una delle prime regole per la compren-                      sione e lo studio di un qualsiasi problema.
       
       
     





